DISPERSIONE SCOLASTICA
All' I.T.I.S.
"Panetti" di Bari
Anni scolastici: 1989-90 /
1998-99
Indagine statistica
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Il presente saggio nasce da un impegno assunto dall'autore nei confronti
della scuola dove tuttora presta servizio - l'ITIS Panetti di Bari -
sull'analisi dei dati più recenti del fenomeno della dispersione scolastica,
appunto, nel suo Istituto.
Corre l'obbligo di precisare anzitutto che il suo intento è
stato, per così dire, semplicemente 'speculativo-teorico': offrire, cioè, a
quanti lavorano concretamente a contenere il fenomeno della dispersione,
un supporto di analisi statistica pure se meramente descrittiva, che in certo
senso fotografi con la forza dei numeri la portata e l'evolversi di uno
dei problemi di più scottante attualità che preoccupa non poco gli operatori
scolastici più attenti e sensibili ai problemi dei giovani oggi. Si è
consapevoli, certo, che, se da un lato è concreto il rischio di presentare un
lavoro asettico e apparentemente inefficace, come talvolta è ritenuto quello di
chi si affanna a raccogliere ed analizzare dei "dati", dall'altro
l'impegno dell'équipe che nella scuola opera per il recupero della
dispersione potrebbe risultare più valido e mirato se supportato da una
attenta e seria lettura dei risultati di una diligente indagine statistica sul
campo.
Sarebbe indubbiamente auspicabile che in ogni realtà scolastica
- soprattutto nella scuola dell'Autonomia - collaborassero in perfetta
sinergia il gruppo per la riduzione della dispersione, quello che cura
l'accoglienza e gli operatori CIC congiuntamente a quanti s'interessano
dell'analisi statistica delle varie dinamiche che si intersecano nel
variegato mondo della scuola.
E' evidente, pertanto, l'opportunità di delineare insieme
un unico "progetto" organico da parte di questi operatori scolastici
(docenti e non docenti, genitori e alunni, ricercatori ed ex-alunni,
amministratori e dirigenti); progetto contro la dispersione, ma anche
progetto per il diritto allo studio, che abbia valenza pluriennale e coinvolga un'utenza e un territorio
che vada al di là delle singole unità
scolastiche (può coincidere con il distretto?) e che si rapporti con un po' tutti i possibili fruitori della formazione:
dalla scuola materna all'elementare, alla media, alla secondaria superiore, - e
perché no? - ai corsi post-diplomi e universitari; e oltre. E' appena il caso
di specificare che quanti intendessero impegnarsi alla realizzazione di detto progetto
non potrebbero non collaborare a stretto contatto da un lato con l'Ufficio
anagrafe comunale e dall'altro con le varie strutture pubbliche e private che a
livello comunale, provinciale o regionale s'interessano di devianza
minorile.
D'altronde, con la riforma dei cicli e l'eventuale
adozione della scheda personale della formazione (scheda magnetica con
password individuale?) non sarebbe difficile seguire l'iter scolastico di ogni
cittadino, e all'occorrenza anche impostare un progetto di recupero
personalizzato, memori dell'ammaestramento di Don Milani: <<Il
primo obiettivo della scuola deve essere quello di porsi la questione dei
ragazzi che perde>>.
Domandiamoci, intanto: i cospicui finanziamenti messi a
disposizione dal Ministero della Pubblica Istruzione soprattutto in questi
ultimi anni per il recupero della dispersione scolastica quali risultati
tangibili hanno prodotto? E' quantificabile il numero degli alunni che sono
stati recuperati al sistema scuola?